Era una calda giornata di primavera quando mi avventurai tra le strade di Scicli, una città incantevole Patrimonio dell’Umanità. Il sole scaldava le pietre bianche degli edifici antichi, creando un’atmosfera surreale. Il mio viaggio iniziò dalla suggestiva Piazza Italia e il mio primo obiettivo fu la Chiesa Madre di Sant’Ignazio.
Non potevo fare a meno di entrare, attratto dai racconti sulla famosa statua della Madonna delle Milizie, maestosa figura di cartapesta che cavalcava un candido cavallo bianco; questa statua è amatissima dagli abitanti di Scicli e ogni anno, alla fine di maggio, prende vita durante la festa delle Milizie, ricordando la vittoria dei Normanni del Gran Conte Ruggero d’Altavilla contro i saraceni dell’Emiro Belcane.
Dopo aver ammirato questa splendida opera d’arte, mi diressi lungo Via Francesco Mormina Penna, il cuore pulsante della città, la attraversai fino al Municipio, il palazzo che molti conoscono come il Commissariato di Vigata dove si svolgono le indagini del Commissario Montalbano, con, nella mente i racconti del celebre investigatore siciliano nato dalla penna di Andrea Camilleri.
La mia attenzione fu catturata subito dopo dalla facciata concavo-convessa della chiesa settecentesca di San Giovanni Evangelista, proprio accanto al palazzo municipale; salii le scale e varcai l’ingresso, rimanendo immediatamente affascinato dal Cristo di Burgos, un’opera che ritrae il Crocifisso con una lunga veste sacerdotale, motivo per cui è affettuosamente chiamato dai locali “Cristo in gonnella”.
Continuando il mio viaggio, giunsi a Palazzo Bonelli-Patané, un elegante edificio ottocentesco dallo stile neorinascimentale. Sebbene la sua facciata esterna fosse imponente, fui sorpreso nel trovare all’interno un capolavoro in stile Liberty pensato e realizzato da Raffaele Scalia. Al secondo piano, rimasi stupito dai pavimenti in linoleum, un’audace espressione di modernità degli anni Trenta del Novecento, e dal giardino che si apriva tra gli affascinanti edifici di pietra bianca. Grazie all’intervento della famiglia Patané, che nel 2013 aveva acquistato e restaurato, ora Palazzo Bonelli-Patané era aperto al pubblico.
Di fronte al palazzo l’Antica Farmacia Cartia, un piccolo gioiello del 1902. Questa farmacia, fondata dal farmacista e speziale Guglielmo Cartia, custodiva mobili, vetrine e un dipinto in stile Liberty. Osservando i vasetti, i barattoli e i flaconi che raccontavano una storia secolare, mi sentì coinvolto in un viaggio nel tempo.
Dopo aver goduto di queste straordinarie scoperte culturali, decisi di concedermi una sosta da Cannolia, un’accogliente pasticceria streetfood dove ho mangiato il cannolo caldo, preparato, cucinato e farcito al momento.
Ripreso il mio viaggio, mi lasciai tentare da una piccola deviazione verso la Chiesa di San Bartolomeo, con la sua maestosa facciata barocca che sembrava essere abbracciata dalla roccia. L’interno della chiesa celava un tesoro ancora più antico, un presepe ligneo settecentesco di inestimabile valore. Rimasi incantato davanti a questa rappresentazione sacra, capace di raccontare una storia di fede e tradizione tramandata nel corso dei secoli.
Per concludere in bellezza, mi rifugiai nell’affascinante Palazzo Favacchio-Patané gestito da Scicli Albergo Diffuso, un’antica dimora nobiliare restaurata con gusto e trasformata in uno scrigno di tranquillità e bellezza.
E così, tra la bellezza dei palazzi barocchi e neoclassici, l’atmosfera suggestiva delle chiese secolari, i sapori genuini della tradizione culinaria siciliana e i panorami straordinari che si estendevano davanti a me, mi resi conto di quanto la Sicilia sudorientale fosse un luogo da visitare assolutamente.
Un viaggio che poteva essere un breve weekend o una settimana e più, ma, ad ogni modo, sempre indimenticabile.