La Pasqua di Scicli non si riduce ad una comune processione in onore al Cristo risorto. La Pasqua sciclitana è molto di più: un tripudio di sorrisi, d’attese, d’emozioni e.. di Gioia.
La vigilia di Pasqua, la sera del sabato, è il momento più atteso da tutti, grandi e piccini, abitanti del posto e visitatori: la messa serale, la Resuscita, celebrata sul sagrato della chiesa di Santa Maria la Nova, viene interrotta a mezzanotte dalle campane in festa e dalle grida di gioia, che accompagnano la Resurrezione del Cristo Risorto, del Gioia, per l’appunto, finalmente apparso in tutto il suo splendore alla folla immensa di fedeli e spettatori, giunti da ogni parte e accomunati da un unico, fraterno ardore.
La domenica è festa tutto il giorno. Le strade del paese si colorano di palloncini per bambini, di anziani sorridenti e di ragazzi impazienti di veder correre per il paese il loro Gioia.
La Messa Pasquale viene celebrata di primo mattino all’interno della chiesa di Santa Maria la Nova. Appena finita parte la processione del Venerabile con a seguito lo Stendardo, vessillo dell’Arciconfraternita. E’ proprio l’inchino dello Stendardo al Cristo Risorto a lasciare tutti con il fiato sospeso: da questo momento comincia la vera festa. Centinaia di devoti, i portatori, uomini possenti, insieme ai ragazzi più giovani, desiderosi sin da piccoli di portare in spalla il loro Cristo, accompagnano il Gioia a salutare la folla, facendolo “barcollare e traballare”, riprendendo Vinicio Capossela, tra le vie del paese.
Il bagno d’adrenalina si protrae fino al primo pomeriggio, quando, stremati, i portatori si vedono costretti “a far riposare” il Goia nella chiesa del Carmine.
Pausa necessaria questa, tanto ai portatori, quanto forse agli spettatori, per rifocillarsi nei meravigliosi banchetti pasquali che profumano le case sciclitane. Nel frattempo, i più piccini si preparano alla processione pomeridiana (classica, accompagnata dal carrello).
Riprese le forze, e carichi più che mai, i portatori sono pronti, soprattutto i più giovani, a far ripercorrere al loro Cristo i quartieri più antichi di Scicli, così come da tradizione: i vecchi carcere e bordello, gli antichi acquedotto cittadino e stazione dei Carabinieri; il tutto incorniciato dalle meravigliose luci della sera e dai colorati fuochi d’artificio che i fedeli fanno allestire per l’occasione.
Gioia e comunione sono le emozioni prevalenti di tutti, scandiscono ogni momento di questa grande giornata, che termina solo alle prime ore del mattino del lunedì. Adesso, stremati ma felici, ci si ritrova all’interno della chiesa per ringraziare e salutare il Gioia.
Infine, con le lacrime agli occhi, si torna a casa, non prima, però, che i ragazzi abbiano raccolto uno dei fiori che ornano da tutta la giornata la Vara del Gioia, che sarà, poi, offerto come pegno d’amore.
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