La Cavalcata di San Giuseppe fa parte del Registro delle Eredità Immateriali della regione siciliana protette dall’UNESCO nel 2011 e rappresenta un appuntamento immancabile per gli sciclitani.
Solennità che affonda le sue radici nella notte dei tempi, coniugando riti e simboli pagani insieme alla tradizione cristiana, la festività ricade quest’anno il 2 e 3 aprile, proprio all’inizio della primavera quando, anticamente, venivano celebrati i vecchi riti propiziatori per assicurarsi un buon raccolto e auspicare il risveglio della natura con l’avvento della bella stagione. Protagonisti della festa sono infatti simboli come il fuoco, il fiore, il cibo, tramutati di significato e utilizzati per evocare, guidare e salutare la fuga in Egitto della Sacra Famiglia.
La trama della festa è molto semplice e lineare. Radunatisi davanti il sagrato della Chiesa di San Giuseppe, i cavalli vestiti con grandi bardature decorative composte da profumatissime violacciocche (‘U balicu) e la Sacra famiglia vengono benedetti dal parroco e cominciano il loro tragitto nella città, accompagnati dalla luce dei falò (i pagghiara) che vengono accesi poco prima del loro passaggio e al grido di “Patrià..Patrià..Patriarca!!!”, sottolineato dal frastuono dei campanacci che ornano i cavalli. Alla fine del tragitto, conclusa la cavalcata, attorno ai falò le persone radunate per l’occasione si intrattengono in banchetti con carne e squisiti carciofi arrosto, accompagnati da un buon vino. Le bardature dei cavalli, inoltre, concorrono fra loro e alla fine della serata viene stilato un podio e una classifica con premi in denaro. La festa di San Giuseppe prosegue poi la domenica quando il simulacro del santo viene portato in processione dalla omonima chiesa verso le principali vie di Scicli e, in serata, nella quale davanti al sagrato della chiesa si consuma la tradizionale “Cena di San Giuseppe”: un’asta in piena regola di prodotti della terra, dell’artigianato ed enogastronomici offerti dai fedeli.